Urbanistica e interesse generale – La posizione del Partito Democratico

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale sono stati dibattuti alcuni punti che riguardano l’urbanistica e in particolare alcune varianti al Regolamento Urbanistico (RU) vigente, approvato nell’aprile 2016. È importante considerare che il Regolamento Urbanistico è lo strumento principale di governo del territorio con il quale si danno gli indirizzi e le regole generali che verranno applicate per lo sviluppo edilizio e urbanistico, recependo i contributi dei cittadini, delle imprese e delle associazioni. All’interno del Regolamento Urbanistico si decide in modo puntuale quali saranno i processi di trasformazione da arrestare o potenziare in vista di una crescita organica della città che contemperi le esigenze dei privati, incardinandole in un sistema di norme uguali per tutti a tutela, in prima istanza, dell’interesse pubblico generale. Uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio riguardava un argomento piuttosto sensibile: la richiesta da parte di un’azienda di rimuovere le condizioni previste dal Regolamento Urbanistico sull’edificabilità  di un terreno di proprietà. Il vincolo  prevede, in attuazione del principio di riconversione, che  l’edificabilità dell’area sia condizionata alla delocalizzazione dell’azienda dalla zona in cui è inserita alla zona industriale Santa Fiora, oggetto di potenziamento, e al contempo, la possibilità di valorizzare la precedente ubicazione. Questa soluzione era stata concordata, a suo tempo, con la proprietà che era consapevole che il terreno situato a Santa Fiora poteva essere edificato solo per fini produttivi e non speculativi. Secondo il parere dell’ufficio comunale competente la modifica voluta dall’amministrazione comporta il consumo di nuovo suolo agricolo senza che ne derivi un’azione di riqualificazione del sito “svincolato” come previsto dal R.U., pertanto per il Partito Democratico viene a mancare la coerenza con i principi generali sanciti da questo strumento. Si configura, un vantaggio privato specifico: in nessun modo motivato con l’interesse generale dello sviluppo economico della città, della tutela dei lavoratori, del valore sociale dell’impresa, in quanto non è stato presentato, sebbene richiesto dal Partito Democratico in Consiglio, nessun piano industriale che contempli il mantenimento o l’incremento del numero degli occupati. Il parere tecnico allegato alla delibera rimandava la decisione finale alla politica a cui, però, l’amministrazione non ha voluto garantire tutte le informazioni necessarie. La posizione del Gruppo Consiliare del Partito Democratico è stata quella di votare contro questa variante ritenendola problematica, non equa e soggetta a controlli da parte degli organi superiori in ordine alla sua compatibilità con le norme di governo del territorio, e quindi alla sua legittimità formale. Di conseguenza è stato chiesto lo scorporo, nella votazione finale, di questa pratica in modo da arrivare ad un voto  unanime di tutto il Consiglio Comunale sulle altre delibere. La maggioranza è voluta andare dritta per la propria strada, senza minimamente riflettere e approfondire i temi portati all’attenzione del Consiglio e questo ha determinato l’uscita dei Consiglieri del Gruppo PD-InComune nella votazione finale. È stato molto interessante notare come alcune forze di maggioranza che si erano battute dai banchi dell’opposizione contro il R.U., ritenendo che il consumo di suolo previsto fosse troppo e chiedendone drastiche riduzioni, oggi siano i paladini delle varianti che lo aumentano  e invochino  sostanziali de-regolamentazioni. Siamo ormai abituati a questi repentini cambiamenti di visione che oltre a dimostrare la mancanza di coerenza e di progettualità di una maggioranza, fanno pensare a un mero calcolo politico per gestire la cosa pubblica secondo gli interessi di alcuni e non della collettività.