L’amministrazione Cornioli proroga i dirigenti del Comune, decisione in netto contrasto con la determinazione, la fretta e la rigidità dimostrata nel cancellarli dallo Statuto dell’Ente.
Nello scorso mese di settembre l’amministrazione ha inteso modificare lo Statuto del Comune in tutta fretta per eliminare il ruolo dei Dirigenti, giustificando tale manovra principalmente come politica di bilancio, di risparmio e preludio per una imminente e complessiva riforma del personale. Valutavamo tale indirizzo come potenzialmente rischioso perché, tra l’altro, poteva ingessare la macchina comunale. Le modifiche allo Statuto contemplavano inoltre anche l’articolo inerente la costituzione delle società partecipate, oggi divenuto inservibile perché in contrasto con la normativa nazionale che sarebbe entrata in vigore proprio pochi giorni dopo l’approvazione in Consiglio comunale delle revisioni statutarie. In Consiglio ci battemmo per un ulteriore passaggio in commissione al fine di approfondire la materia ed evitare scelte superficiali, ma l’Assessore Del Furia dimostrò grande rigidità nel rigettare tutte le proposte e la determinazione di non perdere neanche una settimana per l’improrogabile riforma del personale.
Insomma sembrava cosa fatta!
Oggi, invece, si apprende che tutte le posizioni organizzative, compreso i Dirigenti, sono stati prorogati per la seconda volta e fino alla fine dell’anno. Allora ci chiediamo la ragione dell’urgenza di modificare lo Statuto, tale da non poterne discutere con un nuovo passaggio in commissione. Ci chiediamo inoltre se l’ulteriore proroga dei Dirigenti non manifesti sostanzialmente quanto paventavamo, ovvero il rischio di ingessare tutta la struttura tanto che per evitarlo e dare continuità ai servizi si decide per la seconda volta di prorogarli. Soprattutto, tali indecisioni evidenziano l’assenza di una progettualità complessiva e la confusione che pervade certi ambiti di questa amministrazione. Non si può oggi giustificare la seconda proroga dei Dirigenti sostenendo che siamo ancora in fase di avvicendamento politico-amministrativo, dopo che si è fatto tutto il possibile per silurarli e a settembre si è affermato che non si poteva aspettare neanche una settimana. Le idee non erano così chiare.