L’interrogazione del Gruppo PD-InComune era rivolta al Sindaco Cornioli in quanto firmatario dell’ordinanza, ma a parlare è stato l’Assessore Marzi. Il Capo-Gruppo Andrea Laurenzi riporta in un lungo post su facebook il resoconto del Consiglio Comunale e le motivazioni di Marzi: “Se ho ben capito le case danneggiate erano due e non una (come invece scritto nell’ordinanza). I danneggiamenti riguardavano anche l’abitazione e non solo il muro esterno (come invece scritto nell’ordinanza). La proprietaria dell’abitazione posta nella parte alta di viale fatti (e non quella citata nell’ordinanza) situata al civico 9 sin dall’anno 2008 chiedeva al comune la sistemazione della recinzione del proprio fabbricato. Il comune nel 2010 prende atto dei danneggiamenti non solo al muro esterno ma anche all’abitazione. La suddetta abitazione secondo l’assessore è stata costruita antecedentemente alla piantumazione dei tigli.
Nel 2010 la proprietaria intima il risarcimento danni e nel 2016 manda nuovo sollecito al comune.
Nel mese di marzo 2018 anche l’altro proprietario (quello citato nell’ordinanza) manda una diffida.
La decisione di emettere l’ordinanza e di tagliare i tigli, secondo l’assessore, era improcrastinabile perché per la giurisprudenza il Comune è nel torto e neanche i pareri della commissione paesaggistica e della forestale potevano impedire di risolvere il danno a carico delle suddette abitazioni. I pareri richiesti, della forestale e della commissione paesaggistica, non mi sono stati forniti.
Secondo l’assessore ho scatenato sconcerto senza cercare informazioni, facendo antipolitica”. Prosegue Laurenzi spiegando la sua posizione dopo aver ricevuto le informazioni dall’Assessore Marzi:
“- Prima di tagliare tre tigli secolari si va in causa, va dimostrato in tutte le sedi che è l’unica soluzione possibile.
– Il problema è vecchio, non si risolve con una ordinanza urgente che si adotta solo in caso di pericolo imminente. Oltre tutto l’ordinanza è scarna, parziale, omette troppe informazioni e non ha avuto la giusta pubblicità.
– La zona è sottoposta a vincolo paesaggistico: il parere della commissione e della soprintendenza, visto che non c’era pericolo e rischio immediato, andava chiesto come andava chiesto il parere della forestale.
– Prima di arrivare ad una decisione del genere, ammesso che fosse davvero obbligata (ma come avete capito non ci credo, la risposta data non mi ha convinto) si informa la cittadinanza, si fa un piano di ripiantumazione e si prende tempo per discutere la decisione”. Conclude Laurenzi: “Se denunciare un problema, informare attraverso i mezzi di comunicazione disponibili e portare il dibattito in Consiglio è antipolitica e non democrazia e pluralità, sono contento di essere antipolitico e di ribadire ancora QUEI TIGLI NON ANDAVANO TAGLIATI”!