L’ordinanza antiaccattonaggio del 3 agosto approda in Consiglio a più di tre mesi dalla presentazione della mozione del Gruppo PD-InComune che chiedeva la sua sospensione, purtroppo i lavori della massima assise comunale non tengono conto dell’attualità delle questioni. L’ordinanza vietava l’accattonaggio praticamente in tutto il territorio abitato comunale con un parallelismo tra accattonaggio molesto e non molesto e senza che venissero indicate le ragioni di tale divieto.
“Nel testo, infatti, si fa riferimento a “percezione di insicurezza”, “timore”, “paura” da parte dei cittadini, si sanziona un comportamento perché percepito come dannoso, non si approfondisce o comprende se lo sia effettivamente” – prosegue il Capo Gruppo PD-InComune Laurenzi- “L’ordinanza ha cessato i suoi effetti a fine ottobre e non è stata rinnovata, segno della sua inutilità e del clima negativo che provoca in Città, la maggioranza comunque ha votato compattamente contro la nostra richiesta di non rinnovarla in futuro. Dispiace constatare come esponenti di Insieme Possiamo, costola in Consiglio di Rifondazione Comunista, abbiano abdicato ai loro valori fondanti e trovino giustificazione al loro voto soltanto con la lealtà nei confronti del “progetto Cornioli”. Anche il Consigliere delegato alla Cultura della Pace Del Bolgia ha dato dimostrazione di grande lungimiranza e di aver compreso il proprio ruolo riuscendo ad utilizzare nel suo intervento tutte le parole care al populismo, tacciando di “buonismo” e demagogia, la posizione del PD come se chiedere maggiore rispetto per gli indigenti e per la storia di accoglienza della nostra Città possa essere considerata una questione di secondo piano”.
Purtroppo la povertà assoluta in Italia centrale è aumentata rispetto al 2015, secondo il rapporto ISTAT del 2016, a causa del peggioramento della situazione nei centri sotto i 50.000 abitanti. Il Rapporto Caritas 2017 della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dichiara che il numero di persone che si sono rivolte all’istituzione in cerca di aiuto non è diminuito rispetto al 2015 e che il numero di persone che, pur avendo un lavoro, si sono rivolte alla Caritas diocesana è invece aumentato dello 0,8% rispetto al 2015. Questi dati dovrebbero spingerci a riflettere su un fenomeno sempre più allarmante e sotterraneo di cui l’accattonaggio è solo la punta dell’iceberg, ma per questa amministrazione il problema si risolve con le ordinanze, accontentando quanti vengono soltanto infastiditi dalla richiesta di carità. Forse perché il volto del povero ci ricorda che siamo vulnerabili e che potremmo essere noi ad avere bisogno di aiuto. E nessuno vuole avere bisogno di aiuto, in una comunità e di fronte a istituzioni secondo le quali il povero è un fannullone e la povertà una colpa, o, nel migliore dei casi, uno che merita il nostro compatimento se «non infastidisce nessuno». Il disprezzo nei confronti del povero è una reazione ingiustificabile che deve essere contrastata, la paura in cui si radica deve essere affrontata da istituzioni responsabili. Invano si cercherà questo senso di responsabilità nelle parole del Sindaco Cornioli e della sua maggioranza.