Il 19 marzo ricorre l’anniversario della rivolta di Sansepolcro contro il regime fascista, avvenuta nel 1944. L’insurrezione ebbe origine dall’affissione di manifesti per l’inasprimento del coprifuoco già vigente e coinvolse il centro della città.
Fu azione spontanea, motivata dalle disastrose condizioni in cui versava l’Italia: privazione delle libertà fondamentali e progressive restrizioni delle possibilità di accesso anche ai beni di prima necessità.
La partecipazione della popolazione di Sansepolcro alla rivolta segnò l’inizio di un percorso democratico e patriottico, culminato con la difesa, da parte dei partigiani e dei cittadini, della Città.
La storia drammatica di quegli anni ha significato per il nostro paese la salvezza da ulteriori danneggiamenti ad opera dell’esercito tedesco e costituisce il valore fondante di una tensione morale verso la democrazia che divenne nell’immediato dopoguerra prassi politica, con il contributo delle forze democratiche per la ricostruzione dell’Italia, in anni di grandi difficoltà sociali ed economiche.
Di quella storia resta ancora un segno che ci permette di riconoscere l’ingiustizia perpetrata ai danni della popolazione. Il senso di umanità è ben presente nella nostra cultura e ci impedisce di seguire la strada delle paure. Il “19 marzo” è simbolo di libertà, unita alla volontà di vedere ancora prosperare il nostro paese e, per questo, ancora oggi ci appartiene.