Verso un Comune declassato

 La posizione del gruppo PD-InComune rispetto alla modifica dello Statuto Comunale realizzata dalla maggioranza in fretta, senza la dovuta concertazione e già inadeguata rispetto ai tempi.

Lo Statuto del Comune di Sansepolcro costituisce l’atto fondamentale con il quale viene regolata la vita amministrativa e democratica della comunità. Proprio per questa centralità, occorre per la sua modifica una percorso scrupoloso, attento e rispettoso delle regole della nostra democrazia locale. Con questo assunto confermiamo che non possono essere introdotte modifiche dello Statuto senza una adeguata riflessione, uno studio normativo approfondito, un dialogo portato avanti nelle commissioni e una condivisione piena di ciò che si prospetta per il futuro.

Oggi la giunta Cornioli e la sua maggioranza hanno dimostrato di non credere nella condivisione e hanno fatto emergere la volontà di andare avanti a colpi di maggioranza, non ascoltando le legittime richieste della minoranza che chiedeva un ulteriore approfondimento in Commissione, alla luce anche della già non più adeguatezza di un articolo del testo (art.85) perché in contrasto con una legge appena entrata in vigore.

La maggioranza si è stretta intorno all’assessore Del Furia e  si è voluti comunque andare al  voto in consiglio dopo una sola seduta di commissione e senza accogliere, dapprima, la nostra richiesta di approfondimenti e confronto, e in seconda battuta  un emendamento che non avrebbe stravolto il disegno della maggioranza volto ad eliminare il ruolo della dirigenza nel nostro Comune, ma lo avrebbe mantenuto nello Statuto come una possibilità, lasciando libero campo all’amministrazione di procedere al riordino della macchina amministrativa.  Non siamo concordi all’eliminazione del ruolo della dirigenza perché non si tiene assolutamente conto del quadro normativo in evoluzione nel quale si muovono gli enti locali dalla riforma delle Province, all’Unione dei Comuni, alla possibilità di arrivare ad un Comune Unico in Valtiberina. Con questa presa di posizione andiamo incontro ad un Comune depotenziato, provinciale, basato sull’uguaglianza ma non sulla meritocrazia, impossibilitato a gestire processi più complessi. Siamo sicuri che con questa azione, che toglie la possibilità di nominare dirigenti da statuto, il nostro Comune sia realmente competitivo e invece  non subisca un declassamento? Come ci poniamo nelle dinamiche dell’Unione dei comuni? Siamo certi del risparmio forte che produrrà questa decisione? Siccome il nostro gruppo e’ pronto ad appoggiare ogni azione volta alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa, auspichiamo che l’amministrazione ci fornisca almeno dati certi, quantificando in modo preciso il risparmio ottenuto da questo modo di fare politica  poco dialogante e  per nulla rispettoso delle minoranze.
Ribadiamo che ci amareggia molto  l’atteggiamento chiuso dell’amministrazione, anche perché avevamo dimostrato anche in Commissione di  non essere affatto contrari a ripensare ad una modifica della pianta organica soprattutto se porta semplificazione e risparmio, ma non crediamo che la strada frettolosa superficiale  intrapresa dalla maggioranza porti ad un Comune efficace in grado di rispondere alle sfide amministrative che il nuovo quadro normativo pone. La chiusura è stata tale che si è andati ad approvare uno Statuto, con buona pace di coloro che come noi si sono astenuti, in cui compare un articolo che già oggi sappiamo in contrasto con una legge dello Stato.